La conferenza stampa di Alberico Evani alla vigilia di Estonia-Italia.
FIRENZE – Vigilia di Italia-Estonia per Alberico Evani. L’ex calciatore del Milan farà il suo esordio sulla panchina azzurra per la positività al coronavirus di Roberto Mancini. La partita è in programma alle 20.45 di mercoledì 11 novembre 2020 allo stadio Artemio Franchi di Firenze.
Italia-Estonia, la conferenza stampa di Alberigo Evani
In conferenza stampa Alberico Evani si è soffermato sulle difficoltà del ritiro per i diversi casi di coronavirus: “E’ un periodo complicato […] – ha ammesso, riportato da tuttomercatoweb.com – quello che ci fa stare tranquilli e sereni è lo spirito di gruppo […]. Con Mancini ci sentiamo spesso […], la squadra penso che lo senta vicino […]“.
Una partita da vincere per il ranking (e non solo): “Una sfida che ci consentirà di verificare la personalità e il livello ei giovani. Dobbiamo capire se hanno capito cosa serve a questa squadra […]. L’Estonia sulla carta non sembra essere un avversario complicato. Le partite, però, vanno giocate al meglio dell’avversario e poi vinte. Da queste sfide secondo me hai tutto da perdere […]. In campo scenderanno alcuni volti nuovi […]“.
Estonia-Italia, la conferenza stampa di Salvatore Sirigu
In conferenza stampa anche Salvatore Sirigu. Il portiere del Torino si è soffermato sul braccio di ferro tra Federazioni e club: “Posso capire le paure delle squadre, il momento è molto particolare […]. Il protocollo della Nazionale, però, è anche più rigido. Siamo isolati, facciamo controlli e ci attendiamo alle misure di sicurezza, anche quando affrontiamo i viaggi. Non si tratta di una cosa controllabile, ma si può ridurre la percentuale di contagio. I casi possono esserci anche con il club, speriamo che non succeda. L’importanza della Nazionale è indiscussa […]“.
Un passaggio anche sulla possibilità di indossare la fascia di capitano: “Sappiamo che la squadra ha un capitano: Chiellini. Poi Bonucci si è guadagnato la fascia di diritto. Portare il simbolo di capitano può essere la gioia di un giorno. Siamo consapevoli chi la porta e chi l’ha sul braccio sul serio“.
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